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Tabellino della partita
13/05/2012, ore 20:45 - Verona, stadio Marc'Antonio Bentegodi 38° giornata del Campionato di Serie A 2011/2012 | |
Chievo 1 | Lecce 0 |
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Puggioni Morero Cesar Jokic Sardo Bradley Sammarco Luciano Vacek Pellissier Uribe | Benassi Esposito Brivio Carrozzieri Di Matteo Cuadrado Obodo Giacomazzi Blasi Di Michele Muriel Fruto |
All.: Di Carlo | All.: Cosmi |
Eventi: 16' Morero 24' Bertolacci per Cuadrado 53' Di Matteo 62' Esposito 69' Thereau per Uribe 69' Paloschi per Sammarco 70' Jokic 73' Piatti per Obodo 78' Vacek 80' Bojinov per Di Matteo 81' Carrozzieri 90' Grandolfo per Luciano | |
Arbitro: Banti di Livorno | |
Note: Possesso palla: 42%-58%; tiri in porta: 5-5; corner: 2-7. | |
Cronaca: "[...] Va così, perchè questo è il calcio: c'è sempre chi ride e chi piange e in questi casi, quello che conta di più è sempre il rispetto. Per te stesso, per l'avversario che hai davanti e per quelli che comunque ti osservano, da vicino e da lontano. Il Chievo è perfetto, anche in questo. Rispetta la sua stagione e la sua storia. Rispetta il Lecce e la sua stagione sfortunata, ma anche la sua ultima speranza. Rispetta il campionato e la sua gente, senza concessioni o compassioni. Nè, del resto, sarebbe cambiato qualcosa, in realtà. Perchè il Genoa fa quello che deve fare, cioè vincere. E il match del Bentegodi finisce (o quasi) nel momento stesso in cui da Marassi rimbalza la notizia: gol di Gilardino, per il Lecce è serie B. LA SPERANZA. Il Lecce ci crede, finchè può. Il primo tempo è coraggioso, Puggioni gli dice due volte di no, sono sue le chances migliori, quando ancora è giusto sognare, è lecito sperare. Il Chievo a sua volta non sta a guardare, anche se dà l'idea di controllare, prima ancora che di spingere. Come se tenesse per dopo i suoi colpi migliori. Match veloce, senza troppe empzioni, ma anche senza troppo tatticismo. Il Lecce pensa a vincere, il Chievo non ha certo l'intenzione di perdere. Luciano guizza come sa, Bradley orchestra, Pellissier&Uribe sono sempre in agguato. E la gente si diverte, come succede nei giorni di festa. IL COLPO BASSO. Sul tabellone arriva la notizia, è già ripresa. Gol di Gilardino, "Genoa 1. Palermo 0". Serse Cosmi scuote il testone, la squadra smarrisce il lampo d'orgoglio che l'aveva sostenuta. Non s'affloscia, ma accusa il colpo. Inevitabile. C'è una stagione in ballo, ti passano per la testa mille cose e mille pensieri, vorresti e non puoi, è troppo tardi per rimediare. Il Lecce abbassa la testa, il Chievo alza un po' il numero dei giri. E passa. La firma è di Kamil Vacek, una delle grandi incompiute della stagione, oggetto misterioso e rebus, al tempo stesso. Vacek raccoglie l'invito di Paloschi e offre un'idea di quello che sa fare. Dribbling a rientrare e destro che chiude i conti con i sogni del Lecce. E poi la felicità, col gesto del cuore, l'abbraccio dei compagni, l'applauso della gente. Bello. E magari, ricco di significati. Di promesse, il futuro è già cominciato. IL FINALE. A quel punto, il Lecce ha un sussulto, un guizzo, un'impennata rabbiosa. Di Michele è sempre un brutto cliente, Giacomazzi pure. Sulla loro strada c'è sempre Puggioni, il più bravo di tutti. Poi arriva anche il secondo gol del Genoa, poi ancora il "rosso" a Carrozzieri, come quando cala il sipario e tu sei ancora lì seduto, aspettando chissà che cosa. Non ce n'è più per nessuno, il Lecce lo capisce e lo capiscono pure i suoi tifosi che restano in curva nord, ad agitare le sciarpe. Il finale è una discesa verso la festa, alla quale rischia di partecipare anche Paloschi, abile a "fare l'Inzaghi" liberandosi a due passi da Benassi, per poi alzare troppo la mira. Quando Banti decide ch'è finita, il sipario cala davvero sulla serie A del Lecce, tra lacrime, rimpianti, un'amarezza infinita [...]" (Raffaele Tomelleri - www.larena.it) |