Cronaca nera
sabato 26 marzo 2022 Dopo la partita picchiano un tifoso del Lecce: Daspo a quattro tifosi del Parma. Per un 40enne è il "bis"
"Era lo scorso 19 marzo e la Tardini si era conclusa da poco più di un'ora la sfida Parma – Lecce, seguita da circa 8000 tifosi, di cui 2000 supporters del Lecce.
La gara si era svolta regolarmente, senza nessun disordine né alcuna problematica per l’ordine pubblico.
Fino a quando è pervenuta alla Sala Operativa la richiesta di intervento di una passante, che aveva segnalato in via Emilia di fronte al Barilla Center un gruppo di tifosi parmigiani particolarmente "scatenati".
Immediatamente le pattuglie si erano recate sul posto e avevano bloccato nei pressi di una pizzeria quattro ragazzi. Subito dopo è stato chiamato il 118 per prestare soccorso alla vittima di aggressione, portata in ospedale e successivamente dimessa con prognosi di 15 giorni per la frattura del setto nasale.
Dopo aver bloccato i 4 tifosi del Parma, la Digos ha proceduto alla loro identificazione e per questo motivo sono stati condotti i in Questura per essere fotosegnalati dalla Polizia Scientifica. Ascoltate le testimonianze dei presenti e della vittima, i quattro - di età compresa tra i venti e i quaranta ann -i sono stati denunciati per lesione in concorso.
La Divisione Polizia Anticrimine ha inoltre emesso nei loro confronti un Daspo della durata di 2 anni per due di loro e di 3 anni per un altro, per aver preso parte attiva ad episodi di violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive. Infine per il 40enne del gruppo, già sottoposto in passato ad analogo divieto di partecipare a manifestazioni sportive, è stato disposto un Daspo della durata di 5 anni.
Per tutti è scattato il divieto di accedere a tutti gli impianti sportivi del Territorio Nazionale e degli altri stati membri dell’Unione Europea ove si disputeranno manifestazioni calcistiche, anche amichevoli ampiamente pubblicizzate, dei campionati serie A, B, lega Pro, serie D, Eccellenza, Promozione, prima, seconda e terza categoria, juniores, allievi e giovanissimi a carattere Nazionale, regionale e provinciale, dei tornei Internazionali e Nazionali, dei campionati amatoriali, Champions League, Europa League, Coppa intercontinentale, Coppa Italia, e Supercoppa Italiana, nonché ai luoghi ove si disputano gli incontri della Nazionale Italiana di calcio sia sul Territorio Nazionale che in quello degli Stati membri dell’Unione Europea, Campionato Primavera, Coppa Italia Primavera, Supercoppa Primavera ed inoltre a tutte le manifestazioni a carattere sportivo in genere, che si svolgono in ambito professionistico [...]"
(www.gazzettadiparma.it)mercoledì 23 febbraio 2022 Lanciò un fumogeno durante la partita di calcio Lecce-Spezia? Assolto un tifoso salentino
"[...] M.E., 52enne di Squinzano era imputato perchè, nel corso dell’incontro Lecce – Spezia, dell’11 maggio 2019 (quella che sancì il ritorno in Serie A, per gli uomini di Liverani), all’interno dello Stadio “Via del Mare”, dal settore “tribuna centrale superiore” lanciava un fumogeno verso la pista di atletica adiacente al terreno di gioco, creando pericolo per le persone presenti, e deteneva un altro artifizio pirotecnico inesploso.
Al termine del processo, il giudice monocratico Valeria Fedele, ha assolto l’imputato. Il Pubblico Ministero di udienza aveva chiesto la condanna ad 1 anni e 4 mesi di reclusione.
Il giudice ha invece accolto la tesi difensiva. L’avvocato Paolo Spalluto, difensore dell’imputato, ha dimostrato che il lancio poteva al più avvenire nella zona dell’ultimo anello della Tribuna Centrale Superiore, che non vedeva la presenza di pubblico, o sulla pista di atletica anche questa sprovvista di presenza di pubblico non potendo in concreto manifestarsi pericolosità per la pubblica incolumità. La difesa ha anche evidenziato che l’ art. 6 ter L. 401 del 1989 parla di strumenti per l’emissione di fumo o di gas visibile, con una esagerazione legislativa poiché anche un innocuo fiammifero potrebbe essere, per iperbole e paradosso, idoneo ad integrare la fattispecie.
Ora sarà richiesta l’immediata revoca del Daspo (applicato per 1 anno) poiché il semplice possesso di un “fumogeno” non può giustificare l’emissione del provvedimento del Questore [...]"
(Angelo Centonze - www.leccenews24.it)Al termine del processo, il giudice monocratico Valeria Fedele, ha assolto l’imputato. Il Pubblico Ministero di udienza aveva chiesto la condanna ad 1 anni e 4 mesi di reclusione.
Il giudice ha invece accolto la tesi difensiva. L’avvocato Paolo Spalluto, difensore dell’imputato, ha dimostrato che il lancio poteva al più avvenire nella zona dell’ultimo anello della Tribuna Centrale Superiore, che non vedeva la presenza di pubblico, o sulla pista di atletica anche questa sprovvista di presenza di pubblico non potendo in concreto manifestarsi pericolosità per la pubblica incolumità. La difesa ha anche evidenziato che l’ art. 6 ter L. 401 del 1989 parla di strumenti per l’emissione di fumo o di gas visibile, con una esagerazione legislativa poiché anche un innocuo fiammifero potrebbe essere, per iperbole e paradosso, idoneo ad integrare la fattispecie.
Ora sarà richiesta l’immediata revoca del Daspo (applicato per 1 anno) poiché il semplice possesso di un “fumogeno” non può giustificare l’emissione del provvedimento del Questore [...]"
mercoledì 28 aprile 2021 Daspo a 17 tifosi del Bari e del Lecce Per gli scontri sull'autostrada del 23 febbraio 2020
"Sono 17 i provvedimenti Daspo emessi dal questore di Foggia nei confronti di altrettanti esponenti delle tifoserie del Lecce e del Bari. I fatti si riferiscono alla giornata del 23 febbraio 2020: gruppi di ultrà si affrontarono sul tratto autostradale tra Cerignola e Candela, occuparono la carreggiata, esplosero petardi e accesero fumogeni, infine diedero vita a una violenta rissa. Per 12 dei 17 destinatari del Daspo è previsto anche l'obbligo di firma. Il provvedimento, com'è noto, vieta la partecipazione a gare e incontri di calcio per un periodo che va dai due ai sei anni.
L’occasione che originò gli scontri fu lo scoppio accidentale di uno pneumatico di un autobus su cui viaggiava una parte della tifoseria biancorossa, il mezzo fu quindi costretto a fermarsi nella corsia di emergenza. In quel frangente sopraggiunsero minivan a bordo dei quali viaggiavano i supporter della squadra salentina che alla vista degli avversari, fermando i mezzi, occuparono la carreggiata. Le tifoserie entrarono quindi in contatto tra loro dando vita ad una serie di scontri e danneggiamenti, bloccando la circolazione autostradale per ore a danno degli automobilisti di passaggio e di interi nuclei famigliari intrappolati all’interno dell’autostrada [...]"
(www.lagazzettadelmezzogiorno.it)L’occasione che originò gli scontri fu lo scoppio accidentale di uno pneumatico di un autobus su cui viaggiava una parte della tifoseria biancorossa, il mezzo fu quindi costretto a fermarsi nella corsia di emergenza. In quel frangente sopraggiunsero minivan a bordo dei quali viaggiavano i supporter della squadra salentina che alla vista degli avversari, fermando i mezzi, occuparono la carreggiata. Le tifoserie entrarono quindi in contatto tra loro dando vita ad una serie di scontri e danneggiamenti, bloccando la circolazione autostradale per ore a danno degli automobilisti di passaggio e di interi nuclei famigliari intrappolati all’interno dell’autostrada [...]"
sabato 14 novembre 2020 Tafferugli dopo finale play-off Lecce-Carpi: Campobasso assolto dall’accusa di aver aggredito gli steward
"[...] Nella serata di ieri, è giunto al capolinea il giudizio di secondo grado nato dall’inchiesta sui tafferugli avvenuti all’interno e all’esterno dello stadio “Via del Mare” il 16 giugno 2013 dopo la finale play off di lega Pro contro il Carpi che sancì la mancata promozione dei giallorossi in serie B.
La Corte (Presidente Vincenzo Scardia) ha disposto nove mesi (a fronte dei due anni incassati nel processo di primo grado) per Giuseppe Campobasso, 42 anni, di Lecce, ritenuto responsabile solo del reato di danneggiamento e assolto “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Per l’invasione di campo è stata emessa una sentenza di “non doversi procedere” Francesco De Masi, 38, di Otranto, Federico Ferri, 29, di Lecce, Giancarlo Vincenti, 35, di Maglie, (avvocati Stefano Pati e Sergio Santese) nei cui confronti è stato depennato il divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono le manifestazioni sportive e l’obbligo di presentarsi presso i carabinieri [...]"
(www.corrieresalentino.it)La Corte (Presidente Vincenzo Scardia) ha disposto nove mesi (a fronte dei due anni incassati nel processo di primo grado) per Giuseppe Campobasso, 42 anni, di Lecce, ritenuto responsabile solo del reato di danneggiamento e assolto “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Per l’invasione di campo è stata emessa una sentenza di “non doversi procedere” Francesco De Masi, 38, di Otranto, Federico Ferri, 29, di Lecce, Giancarlo Vincenti, 35, di Maglie, (avvocati Stefano Pati e Sergio Santese) nei cui confronti è stato depennato il divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono le manifestazioni sportive e l’obbligo di presentarsi presso i carabinieri [...]"
domenica 23 febbraio 2020 Scontri tra tifosi di Lecce e Bari in autostrada: l'agguato e il pullman in fiamme
"Un tratto dell’autostrada A16, all’altezza di Cerignola, chiuso al traffico per circa un paio di ore. Due furgoncini incendiati. I parabrezza di tre auto infranti. Un agguato — premeditato — a colpi di spranghe, bottiglie, torce, chiodi disseminati sull’asfalto. Trecento ultrà di Bari (gli autori dell’assalto) e Lecce (le vittime) protagonisti di una domenica mattina di (solita) follia. Solo il bilancio alleggerisce il senso di nausea: una manciata di feriti lievi.
[...]
Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni — sul posto sono intervenuti polizia stradale e vigili del fuoco — circa duecento tifosi biancorossi diretti sul neutro di Castellamare di Stabia per la sfida di C con la Cavese hanno incrociato e accerchiato i mezzi dei sostenitori salentini, a loro volta in viaggio verso Roma per assistere alla partita di A contro i giallorossi di Fonseca. Gli aggressori, armati di torce incendiarie, hanno dato fuoco a due pullmini e spaccato i vetri di altre tre vetture.
Molti dei veicoli coinvolti si sono ritrovati con gli pneumatici forati dai chiodi che gli ultrà del Bari avrebbero sparpagliato nei paraggi dell’autogrill. I tafferugli sarebbero durati alcuni minuti, gli investigatori potrebbero nelle prossime ore già fermare i responsabili [...]"
(Michele Pennetti (www.corriere.it))[...]
Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni — sul posto sono intervenuti polizia stradale e vigili del fuoco — circa duecento tifosi biancorossi diretti sul neutro di Castellamare di Stabia per la sfida di C con la Cavese hanno incrociato e accerchiato i mezzi dei sostenitori salentini, a loro volta in viaggio verso Roma per assistere alla partita di A contro i giallorossi di Fonseca. Gli aggressori, armati di torce incendiarie, hanno dato fuoco a due pullmini e spaccato i vetri di altre tre vetture.
Molti dei veicoli coinvolti si sono ritrovati con gli pneumatici forati dai chiodi che gli ultrà del Bari avrebbero sparpagliato nei paraggi dell’autogrill. I tafferugli sarebbero durati alcuni minuti, gli investigatori potrebbero nelle prossime ore già fermare i responsabili [...]"
mercoledì 08 gennaio 2020 Palermo, Miccoli condannato a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata
"L'ex capitano del Palermo, Fabrizio Miccoli, è stato condannato a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso. La sentenza è stata pronunciata dalla Prima sezione penale della Corte di appello di Palermo, presieduta da Massimo Corleo. Confermata la sentenza di primo grado. La Corte dopo tre ore di camera di consiglio ha accolto la tesi della procura generale. Miccoli, che stamattina era al palazzo di giustizia, non era invece presente al momento della lettura della sentenza.
L'ex calciatore è accusato di aver sollecitato Mauro Lauricella, figlio del capomafia della Kalsa, a chiedere la restituzione di venti mila euro all'imprenditore Andrea Graffagnini che li aveva incassati nell'ambito della cessione della discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine. Nei mesi scorsi, è stato condannato dalla Corte di appello anche Lauricella. A sette anni."
(https://palermo.repubblica.it)L'ex calciatore è accusato di aver sollecitato Mauro Lauricella, figlio del capomafia della Kalsa, a chiedere la restituzione di venti mila euro all'imprenditore Andrea Graffagnini che li aveva incassati nell'ambito della cessione della discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine. Nei mesi scorsi, è stato condannato dalla Corte di appello anche Lauricella. A sette anni."
lunedì 30 settembre 2019 Assalto con pietre e bottiglie al taxi con i tifosi della Roma: un arresto
"Un giovane di 22 anni, Leonardo Errico di Erchie, nel Brindisino, sostenitore del Lecce, è stato arrestato nel primo pomeriggio di ieri perché accusato di aver partecipato a un’imboscata ai danni di sei tifosi della Roma, durante la quale è rimasto danneggiato il taxi che li stava trasportando in direzione del settore ospito dello stadio.
L’agguato s’è verificato intorno alle 14,15 su viale della Libertà, all’altezza della rotatoria dove si trova l’area carburanti Q8Easy, che smista verso viale Roma, la marina di San Cataldo e via Carlo Leo. Uno snodo a poche centinaia di metri dallo stadio “Via del Mare” verso il quale convergono molti tifosi salentini, quando i giallorossi giocano in casa.
Il giovane al momento è stato l’unico fermato, ma con lui vi erano altri in via d’identificazione. È stato notato dagli poliziotti durante l'imboscata e il giovane non ha risparmiato persino gli stessi agenti dalla sua furia: alla loro vista, infatti, ha scagliato loro una bottiglia di vetro raccolta dall'asfalto. L’assalto è avvenuto con bottiglie, bastoni e pietre per colpire la carrozzeria del taxi, danneggiandolo visibilmente. A fermarlo, circa mezzora prima che iniziasse la gara, sono stati gli investigatori della Digos, dichiarandolo in arresto.
Il 22enne risponderà ora dei reati di lancio di materiale pericoloso, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale aggravata. Nei suoi confronti avviata anche la procedura per il Daspo, il Divieto di avvicinamento e partecipazione alle manifestazioni sportive. Ma le indagini sono tuttora in corso per scoprire gli altri assalitori. Non si sono registrati, fortunatamente, feriti, anche perché non sono stati infranti i cristalli dell'auto, ma è in corso l'analisi dei filmati per cercare di risalire agli altri autori del gesto."
(http://www.lecceprima.it)L’agguato s’è verificato intorno alle 14,15 su viale della Libertà, all’altezza della rotatoria dove si trova l’area carburanti Q8Easy, che smista verso viale Roma, la marina di San Cataldo e via Carlo Leo. Uno snodo a poche centinaia di metri dallo stadio “Via del Mare” verso il quale convergono molti tifosi salentini, quando i giallorossi giocano in casa.
Il giovane al momento è stato l’unico fermato, ma con lui vi erano altri in via d’identificazione. È stato notato dagli poliziotti durante l'imboscata e il giovane non ha risparmiato persino gli stessi agenti dalla sua furia: alla loro vista, infatti, ha scagliato loro una bottiglia di vetro raccolta dall'asfalto. L’assalto è avvenuto con bottiglie, bastoni e pietre per colpire la carrozzeria del taxi, danneggiandolo visibilmente. A fermarlo, circa mezzora prima che iniziasse la gara, sono stati gli investigatori della Digos, dichiarandolo in arresto.
Il 22enne risponderà ora dei reati di lancio di materiale pericoloso, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale aggravata. Nei suoi confronti avviata anche la procedura per il Daspo, il Divieto di avvicinamento e partecipazione alle manifestazioni sportive. Ma le indagini sono tuttora in corso per scoprire gli altri assalitori. Non si sono registrati, fortunatamente, feriti, anche perché non sono stati infranti i cristalli dell'auto, ma è in corso l'analisi dei filmati per cercare di risalire agli altri autori del gesto."
lunedì 01 aprile 2019 Lecce, guerriglia ultrà sulla statale: due tifosi del Pescara in gravi condizioni
"Sono ancora gravi le condizioni dei due tifosi del Pescara ricoverati in codice rosso all'ospedale Vito Fazzi di Lecce, nella sera di domenica 31 marzo. Sono rimasti a terra dopo gli scontri con ultrà del Lecce avvenuti poco prima della partita Lecce-Pescara, lungo la statale 613 Brindisi-Lecce, all'altezza dello svincolo di Squinzano. La statale è rimasta bloccata per circa un'ora scatenando il panico tra gli automobilisti di passaggio ignari di quanto stava accadendo.
Uno dei due feriti, un 37enne, colpito alla testa da una pietra ha riportato un trauma cranico e una ferita; l'altro un 32enne, sarebbe stato investito da un'auto durante i tafferugli. Altri feriti, in modo lieve, sono stati medicati al pronto soccoro dello stesso Fazzi o alla postazione medica di San Pietro Vernotico.
Secondo la ricostruzione della questura di Lecce, dalle siepi lungo il bordo destro della carreggiata della superstrada Brindisi-Lecce sarebbe uscito un gruppo di circa 50/70 ultrà leccesi tutti incappucciati, con il volto coperto e muniti di torce e fumogeni: ha invaso la corsia del senso di marcia subito dopo il passaggio della prima auto di scorta mentre transitava il convoglio dei tifosi del Pescara.
I teppisti avrebbero lanciato un fumogeno sotto una delle auto giunte dall'Abruzzo, che ha preso fuoco costringendo il conducente a fermarsi e bloccando così anche il pullman dei tifosi abruzzesi. Sul bus ormai fermo, a quel punto, sono stati lanciati sassi ed stato colpito con le mazze che hanno provocato la rottura del parabrezza e il vetro del lato conducente.
Nel punto in cui il pullman è stato bloccato, un automobilista, che si era fermato per guardare ciò che stava accadendo, è stato investito da altra auto che in retromarcia rimanendo ferito alla testa, riportando una prognosi di 15 giorni.
Gli uomini delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco sono arrivati immediatamente evitando il peggio. Polizia e carabinieri hanno scortato i tifosi allo stadio di via del Mare mentre i feriti sono stati medicati e trasportati al pronto soccorso. Gli agenti della Digos e della Polizia scientifica stanno cercando di identificare gli autori dell'agguato anche utilizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.
Alla partita di andata, a Pescara, il 5 novembre scorso, il convoglio dei tifosi giallorossi, sulla via del ritorno, era stato bloccato all'altezza di Francavilla a Mare nei pressi dell'uscita della circonvallazionee un gruppo di ultrà pescaresi lanciò torce incendiarie. Quella di domenica sera, secondo gli uomini della questura di Lecce, sarebbe stata la risposta."
(www.bari.repubblica.it)Uno dei due feriti, un 37enne, colpito alla testa da una pietra ha riportato un trauma cranico e una ferita; l'altro un 32enne, sarebbe stato investito da un'auto durante i tafferugli. Altri feriti, in modo lieve, sono stati medicati al pronto soccoro dello stesso Fazzi o alla postazione medica di San Pietro Vernotico.
Secondo la ricostruzione della questura di Lecce, dalle siepi lungo il bordo destro della carreggiata della superstrada Brindisi-Lecce sarebbe uscito un gruppo di circa 50/70 ultrà leccesi tutti incappucciati, con il volto coperto e muniti di torce e fumogeni: ha invaso la corsia del senso di marcia subito dopo il passaggio della prima auto di scorta mentre transitava il convoglio dei tifosi del Pescara.
I teppisti avrebbero lanciato un fumogeno sotto una delle auto giunte dall'Abruzzo, che ha preso fuoco costringendo il conducente a fermarsi e bloccando così anche il pullman dei tifosi abruzzesi. Sul bus ormai fermo, a quel punto, sono stati lanciati sassi ed stato colpito con le mazze che hanno provocato la rottura del parabrezza e il vetro del lato conducente.
Nel punto in cui il pullman è stato bloccato, un automobilista, che si era fermato per guardare ciò che stava accadendo, è stato investito da altra auto che in retromarcia rimanendo ferito alla testa, riportando una prognosi di 15 giorni.
Gli uomini delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco sono arrivati immediatamente evitando il peggio. Polizia e carabinieri hanno scortato i tifosi allo stadio di via del Mare mentre i feriti sono stati medicati e trasportati al pronto soccorso. Gli agenti della Digos e della Polizia scientifica stanno cercando di identificare gli autori dell'agguato anche utilizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.
Alla partita di andata, a Pescara, il 5 novembre scorso, il convoglio dei tifosi giallorossi, sulla via del ritorno, era stato bloccato all'altezza di Francavilla a Mare nei pressi dell'uscita della circonvallazionee un gruppo di ultrà pescaresi lanciò torce incendiarie. Quella di domenica sera, secondo gli uomini della questura di Lecce, sarebbe stata la risposta."
martedì 05 febbraio 2019 Combine derby Bari-Lecce: definitive condanne per ex Presidente Semeraro e imprenditore Quarta
"C’è il sigillo definitivo sulla combine nel derby Bari-Lecce di serie A del 15 maggio 2011. I giudici della terza sezione della Corte di Cassazione hanno rigettato i ricorsi per l’ex presidente giallorosso Pierandrea Semeraro e l’imprenditore Carlo Quarta confermando la condanna a 1 anno e mezzo di reclusione (pena sospesa e non menzione) per i due imputati accusati di frode sportiva. Non sono stati, dunque, accolti i motivi del ricorso discusso dal collegio difensivo rappresentato dagli avvocati Antonio Savoia, Francesca Conte, Andrea Sambati e il professore Franco Coppi. I legali hanno evidenziato un vizio di forma sostenenendo come il reato fosse stato consumato a Lecce e di conseguenza il processo non doveva essere incardinato a Bari; inoltre i fatti si sarebbero consumati tra l’11 e il 14 maggio del 2011 che di fatto avrebbero reso prescritto il reato già il 14 novembre dello scorso anno. Motivi rigettati dalla Corte.
I giudici, inoltre, hanno annullato con rinvio la sentenza per il terzo imputato: Marcello Di Lorenzo, condannato in primo grado a 9 mesi e assolto in Appello; verdetto, quest’ultimo, impugnato dalla Procura generale in Cassazione. Una sentenza storica con cui gli ermellini hanno anche confermato il risarcimento di 400 euro per ciascuno dei 150 tifosi salentini (assistiti dagli avvocati Giuseppe Milli, Francesco Calabro, Luigi Massimo Aquaro e Giacinto Epifani) e per i circa 80 supporter del Bari, parti civili nel processo. Coinciso ma estremamente chiaro il commento dell’avvocato Milli: “Quando ci siamo costituiti parte civile l’intento principale non era speculativo ma volevamo capire e sapere la verità dei fatti. Oggi, purtroppo, con sentenza definitiva volevamo sbagliarci ma non ci siamo sbagliati. Perché, come tifosi, mai e poi mai avremmo pensato ad un derby combinato”.
Gli imputati erano accusati di frode sportiva con riferimento alla presunta combine del 15 maggio 2011 per la quale il Lecce è stato retrocesso d’ufficio dalla B alla Lega Pro nell’estate del 2012. Secondo le indagini condotte dal pubblico ministero Ciro Angelillis, la partita, persa dai biancorossi per 2-0, fu comprata dal club salentino per 200mila euro. Nell’intera vicenda ha ricoperto un ruolo fondamentale l’ex giocatore e capitano del Bari (ora all’Atalanta) Andrea Masiello e l’incontro in cui un avvocato avrebbe consegnato all’ex calciatore e agli amici Gianni Carella e Fabio Giacobbe una valigia con il denaro pattuito con la dirigenza di via templari. Per questa vicenda Masiello ha patteggiato da tempo 1 anno e 10 mesi [...]"
(Francesco Oliva - www.corrieresalentino.it)I giudici, inoltre, hanno annullato con rinvio la sentenza per il terzo imputato: Marcello Di Lorenzo, condannato in primo grado a 9 mesi e assolto in Appello; verdetto, quest’ultimo, impugnato dalla Procura generale in Cassazione. Una sentenza storica con cui gli ermellini hanno anche confermato il risarcimento di 400 euro per ciascuno dei 150 tifosi salentini (assistiti dagli avvocati Giuseppe Milli, Francesco Calabro, Luigi Massimo Aquaro e Giacinto Epifani) e per i circa 80 supporter del Bari, parti civili nel processo. Coinciso ma estremamente chiaro il commento dell’avvocato Milli: “Quando ci siamo costituiti parte civile l’intento principale non era speculativo ma volevamo capire e sapere la verità dei fatti. Oggi, purtroppo, con sentenza definitiva volevamo sbagliarci ma non ci siamo sbagliati. Perché, come tifosi, mai e poi mai avremmo pensato ad un derby combinato”.
Gli imputati erano accusati di frode sportiva con riferimento alla presunta combine del 15 maggio 2011 per la quale il Lecce è stato retrocesso d’ufficio dalla B alla Lega Pro nell’estate del 2012. Secondo le indagini condotte dal pubblico ministero Ciro Angelillis, la partita, persa dai biancorossi per 2-0, fu comprata dal club salentino per 200mila euro. Nell’intera vicenda ha ricoperto un ruolo fondamentale l’ex giocatore e capitano del Bari (ora all’Atalanta) Andrea Masiello e l’incontro in cui un avvocato avrebbe consegnato all’ex calciatore e agli amici Gianni Carella e Fabio Giacobbe una valigia con il denaro pattuito con la dirigenza di via templari. Per questa vicenda Masiello ha patteggiato da tempo 1 anno e 10 mesi [...]"
mercoledì 02 maggio 2018 Processo Ultrà Lecce: cade il reato associativo, undici imputati condannati a pene lievi
"Dopo il trionfo in campo con la promozione del Lecce in serie B arriva un successo anche nelle aule di Tribunale per la tifoseria giallorossa. I giudici della seconda sezione penale (Presidente Roberto Tanisi) hanno assolto sedici esponenti degli Ultrà Lecce (la frangia più calda del tifo leccese) dall'accusa di associazione a delinquere con la formula più ampia prevista dal codice di procedura penale: perchè il fatto non sussiste. E il commento a caldo dell'avvocato Giuseppe Milli (uno dei legali che ha portato avanti la battaglia in Tribunale in questi lunghi anni) è eloquente. Di poche ma significative parole: "Il trionfo della giustizia". Il Tribunale ha di fatto ridimensionato le richieste di pena invocate dall'avvocato generale Ennio Cillo.
Un anno e 10 mesi di reclusione sono stati inflitti a Juri Zecca, 25, di Lecce; 1 anno e 9 a Marcello Impellizzeri, 29 anni, di Lecce così come per Marco Falbo, 29, di Lecce; 1 anno e 6 mesi di reclusione per accensione e lancio di fumogeni a Salvatore Andrea Polimeno, 28enne di Lecce, tristemente noto alle pagine di cronaca come l'omicida di Valentino Spalluto, il 21enne di Surbo assassinato il 2 agosto del 2012 in Piazza Palio; 1 anno e 3 mesi a Vito Cristian Baglivo, 43, di Lecce; 9 mesi ad Antonio Peciccia, 32, di Lecce; 8 mesi a Leo De Matteis; 6 mesi a Gianluca Leone, 44, di Squinzano così come per Andrea Capasa, 33, di Lecce; 4 mesi ad Andrea De Mitri, 42 anni, di Lecce e ad Alessandro Bosco, 34, di Lecce.
La sospensione della pena è stata accordata per Andrea De Mitri, Antonio Peciccia, Andrea Capasa e Alessandro Bosco. Per Marcello Impellizzeri, Leo De Matteis, Andrea Capasa, Gianluca Leone, Antonio Peciccia, Alessandro Bosco, Marco Falbo, Juri Zecca e Salvatore Andrea Polimeno è stato disposto il divieto di accedere alle manifestazioni sportive sul territorio nazionale e all'obbligo di firma presso la Questura di Lecce in occasione della partite della squadra giallorossa per due anni. Le motivazioni sono attese per i prossimi 90 giorni ma per tempi tecnici (tra deposito e invio della sentenza nella cancelleria dei giudici d'Appello) sulle condanne e sulle pene accessorie pende la prescrizione che, in pochi mesi, dovrebbe annullare l'efficacia del dispositivo di primo grado.
E proprio per intervenuta prescrizione è stato disposto il non doversi procedere per Stefano Melli, 42enne di Lecce; Salvatore De Matteis, 39 anni, di Lecce; Alberto Pino, 63 anni, di Lecce, Giuseppe Feudo, 48, di Calimera; Simone De Mitri, 37, di Surbo; Stefano Chironi, 37, di Lecce; Marcello Santopietro, 41, di Lecce; Antonio Paolo Rolli, 37, di Copertino; Gaetano De Pascali, 29, di Muro Leccese; Marco Malinconico, 33, di Copertino; Carmine Quarta, 32, di Surbo; Pier Vincenzo Spagnolo, 40, di Galatina; Marco Pennetta, 45, di Monteroni; Luca Campilungo, 35, di Carmiano; Claretta Pindinello, 31, di Racale; Giampiero Greco, detto "Ape", 34, di Caprarica; Andrea Sammati, 43 anni, di Castromediano.
Sono stati assolti nel merito: Cristian Greco, 44, di Lecce; Riccardo Signore, 25, di Lecce; i gemelli Massimiliano Vincenti, di 33 anni, residenti a Muro Leccese.
Il processo si è incentrato su presunte imposizioni impartite dagli esponenti della frangia più calda dei supporters giallorossi agli altri tifosi. Come accaduto in occasione della match di serie B Lecce-Gallipoli del 24 ottobre del 2009 quando sarebbe stato imposto il silenzio come segno di protesta anche a quei tifosi che avrebbero voluto sostenere la squadra; ci sarebbero poi le minacce rivolte agli steward affinchè la curva restasse senza controllo; in alcune partite di cartello in serie A come in occasione di Lecce-Milan e Lecce-Inter gruppi di tifosi avrebbero atteso lungo viale dello Stadio il transito dei tifosi ospiti bloccati e bersaglio di sassaiole. Nel processo era confluito anche l'episodio delle minacce rivolte all'ex difensore di origini maliane Souleymane Diamoutene per i suoi trascorsi nel Bari.
Nel corso della lunga istruttoria dibattimentale sono comparsi come testimoni, oltre allo stesso Diamoutene anche l'ex allenatore del Lecce Gigi Di Canio, l'indimenticato bomber uruguaiano Ernesto Javier Chevantone l'allora amministratore delegato Claudio Fenucci. Le arringhe difensive hanno a lungo insistito sull'insussistenza del reato associativo citando e allegando agli atti del processo una sentenza del luglio del 2017 con cui sei ultras dell'Atalanta sono stati assolti dall'accusa di associazione con formula piena: perchè il fatto non sussiste. Proprio come deciso dai giudici leccesi. In particolare l'avvocato Milli ha depositato un articolato memoriale, tra sentenze, video e audio, che avrebbero evidenziato una serie di omissis degli inquirenti tali da non poter ricostruire fedelmente tutti i fatti. Nel corso della sua arringa ha poi smontato l'ipotesi accusatoria ripercorrendo con un lungo excursus il movimento ultras come fenomeno sociale e di aggregazione motivato solo da tanta passione per i colori della propria città, nel caso di specie quelli giallorossi. Il collegio difensivo era completato dagli avvocati Stefano Pati, Giancarlo Dei Lazzaretti, Francesco Calabro, Renata Minafra, Viola Messa, Oronzo Chironi, Vincenzo De Benedittis, Giovanni Erroi, Luigi Rella, Salvatore Leone, Cosimo Rampino, Paolo Cantelmo, Silvia Mauro, Mario Ciardo, Stefano Prontera, Salvatore Leone, Pasquale De Matteis, Paolo Maci, Francesco Maria De Giorgi, Sandro Rollo, Nicola Caroli, Massimo Zecca, Stefania Melissano, Sergio Santese, Maurizio Memmo e Luigia Cretì."
(F.Oli. - www.corrieresalentino.it)Un anno e 10 mesi di reclusione sono stati inflitti a Juri Zecca, 25, di Lecce; 1 anno e 9 a Marcello Impellizzeri, 29 anni, di Lecce così come per Marco Falbo, 29, di Lecce; 1 anno e 6 mesi di reclusione per accensione e lancio di fumogeni a Salvatore Andrea Polimeno, 28enne di Lecce, tristemente noto alle pagine di cronaca come l'omicida di Valentino Spalluto, il 21enne di Surbo assassinato il 2 agosto del 2012 in Piazza Palio; 1 anno e 3 mesi a Vito Cristian Baglivo, 43, di Lecce; 9 mesi ad Antonio Peciccia, 32, di Lecce; 8 mesi a Leo De Matteis; 6 mesi a Gianluca Leone, 44, di Squinzano così come per Andrea Capasa, 33, di Lecce; 4 mesi ad Andrea De Mitri, 42 anni, di Lecce e ad Alessandro Bosco, 34, di Lecce.
La sospensione della pena è stata accordata per Andrea De Mitri, Antonio Peciccia, Andrea Capasa e Alessandro Bosco. Per Marcello Impellizzeri, Leo De Matteis, Andrea Capasa, Gianluca Leone, Antonio Peciccia, Alessandro Bosco, Marco Falbo, Juri Zecca e Salvatore Andrea Polimeno è stato disposto il divieto di accedere alle manifestazioni sportive sul territorio nazionale e all'obbligo di firma presso la Questura di Lecce in occasione della partite della squadra giallorossa per due anni. Le motivazioni sono attese per i prossimi 90 giorni ma per tempi tecnici (tra deposito e invio della sentenza nella cancelleria dei giudici d'Appello) sulle condanne e sulle pene accessorie pende la prescrizione che, in pochi mesi, dovrebbe annullare l'efficacia del dispositivo di primo grado.
E proprio per intervenuta prescrizione è stato disposto il non doversi procedere per Stefano Melli, 42enne di Lecce; Salvatore De Matteis, 39 anni, di Lecce; Alberto Pino, 63 anni, di Lecce, Giuseppe Feudo, 48, di Calimera; Simone De Mitri, 37, di Surbo; Stefano Chironi, 37, di Lecce; Marcello Santopietro, 41, di Lecce; Antonio Paolo Rolli, 37, di Copertino; Gaetano De Pascali, 29, di Muro Leccese; Marco Malinconico, 33, di Copertino; Carmine Quarta, 32, di Surbo; Pier Vincenzo Spagnolo, 40, di Galatina; Marco Pennetta, 45, di Monteroni; Luca Campilungo, 35, di Carmiano; Claretta Pindinello, 31, di Racale; Giampiero Greco, detto "Ape", 34, di Caprarica; Andrea Sammati, 43 anni, di Castromediano.
Sono stati assolti nel merito: Cristian Greco, 44, di Lecce; Riccardo Signore, 25, di Lecce; i gemelli Massimiliano Vincenti, di 33 anni, residenti a Muro Leccese.
Il processo si è incentrato su presunte imposizioni impartite dagli esponenti della frangia più calda dei supporters giallorossi agli altri tifosi. Come accaduto in occasione della match di serie B Lecce-Gallipoli del 24 ottobre del 2009 quando sarebbe stato imposto il silenzio come segno di protesta anche a quei tifosi che avrebbero voluto sostenere la squadra; ci sarebbero poi le minacce rivolte agli steward affinchè la curva restasse senza controllo; in alcune partite di cartello in serie A come in occasione di Lecce-Milan e Lecce-Inter gruppi di tifosi avrebbero atteso lungo viale dello Stadio il transito dei tifosi ospiti bloccati e bersaglio di sassaiole. Nel processo era confluito anche l'episodio delle minacce rivolte all'ex difensore di origini maliane Souleymane Diamoutene per i suoi trascorsi nel Bari.
Nel corso della lunga istruttoria dibattimentale sono comparsi come testimoni, oltre allo stesso Diamoutene anche l'ex allenatore del Lecce Gigi Di Canio, l'indimenticato bomber uruguaiano Ernesto Javier Chevantone l'allora amministratore delegato Claudio Fenucci. Le arringhe difensive hanno a lungo insistito sull'insussistenza del reato associativo citando e allegando agli atti del processo una sentenza del luglio del 2017 con cui sei ultras dell'Atalanta sono stati assolti dall'accusa di associazione con formula piena: perchè il fatto non sussiste. Proprio come deciso dai giudici leccesi. In particolare l'avvocato Milli ha depositato un articolato memoriale, tra sentenze, video e audio, che avrebbero evidenziato una serie di omissis degli inquirenti tali da non poter ricostruire fedelmente tutti i fatti. Nel corso della sua arringa ha poi smontato l'ipotesi accusatoria ripercorrendo con un lungo excursus il movimento ultras come fenomeno sociale e di aggregazione motivato solo da tanta passione per i colori della propria città, nel caso di specie quelli giallorossi. Il collegio difensivo era completato dagli avvocati Stefano Pati, Giancarlo Dei Lazzaretti, Francesco Calabro, Renata Minafra, Viola Messa, Oronzo Chironi, Vincenzo De Benedittis, Giovanni Erroi, Luigi Rella, Salvatore Leone, Cosimo Rampino, Paolo Cantelmo, Silvia Mauro, Mario Ciardo, Stefano Prontera, Salvatore Leone, Pasquale De Matteis, Paolo Maci, Francesco Maria De Giorgi, Sandro Rollo, Nicola Caroli, Massimo Zecca, Stefania Melissano, Sergio Santese, Maurizio Memmo e Luigia Cretì."