Scheda dell'allenatore

Claudio Cesare Prandelli

Claudio Cesare PRANDELLI

Nato il 19/08/1957
a Orzinuovi (BS)


StagioneSerieCampionatoCoppaNote
  g.v.n.p.g.v.n.p. 
1997/1998Serie A1832136222
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(1) : Esonero alla 18° giornata
Note biografiche, commenti, curiosità
«Cesare Prandelli è l’allenatore ideale per una Nazionale che deve rifondarsi e ripartire dai migliori giovani italiani». Parole ed investitura di Peppino Pavone, in Puglia già direttore sportivo di Lecce, Foggia e Manfredonia, riconosciuto talent scout di giovani promesse. Uno che di giovani, sia giocatori che allenatori, se ne intende e che per primo diede fiducia al neo allenatore della Nazionale italiana lanciandolo tra i professionisti proprio sulla panchina del Lecce in serie A nella stagione 1997-1998. Galeotto fu un torneo di Viareggio: «Prandelli era lì con la sua Atalanta - ricorda Pavone - era la squadra dei Morfeo dei Tacchinardi, giocava con il 4-4-1-1 precursore dell’attuale 4-2-3-1. Giocavano bene, un bel gruppo, gente di talento ma soprattutto educati, corretti, lo specchio fedele del loro tecnico. D’altronde le squadre riflettono sempre il carattere del loro allenatore». Il mister ideale per un Lecce appena approdato in A ma che voleva rifondare: «Semeraro mi chiamò per cominciare un programma triennale. La squadra che, con Ventura, aveva conquistato la A - Francioso, Mazzeo, De Patre, Servidei, Zanoncelli, Palmieri - era avanti con gli anni, bisognava svecchiare. Chiamammo Ventura che non ebbe il coraggio di affrontare la A con i giovani e decise di andare a Cagliari ‘per trovare nuovi stimoli professionali’ disse». E così la scelta cadde su Prandelli: «Lo seguivo da molto tempo non ebbi esitazioni, anche se sapevo che era un rischio, ma era un rischio calcolato». Non andò bene, a novembre Pavone lasciò il Lecce, poco dopo andò via anche Prandelli: «Con i giovani ci vuole pazienza, a Lecce, contrariamente a quanto avevano detto, non ne avevano. Quando lo capii mi dimisi e qui Cesare dimostrò la sua correttezza rimettendo il suo mandato ‘Qui mi hai portato tu - disse - è giusto che vada via con te’. Lo convinsi a restare, a sfruttare l’esperienza che aveva l’opportunità di fare, ma poco dopo gettò la spugna anche lui». Poi, però, la sua carriera ha preso il volo, Verona, Venezia, Parma, Roma, Fiorentina ed ora la Nazionale: «E’ superfluo ammettere che sono felice per questo suo traguardo e gratificato per aver creduto per primo in lui, anche se sono convinto che sia più adatto ad allenare un club. Cesare, comunque, è bravo ed ha equilibrio farà bene anche in Nazionale». Una Nazionale da rivoluzionare completamente: «Proprio per questo sono certo che farà bene, anche perché fare peggio di come ha fatto l’Italia di Lippi in Sudafrica è difficile. La Nazionale va rifondata profondamente. Credo ci sarà spazio per Cassano. Cesare ha allenato Morfeo che è un altro bel caratterino non avrà problemi con il talento barese, e poi darà spazio ai tanti giovani talenti che il calcio italiano esprime, lui è perfetto con i giovani: è l’uomo giusto al posto giusto».
(Lino Zingarelli, Corriere del Mezzogiorno del 2 luglio 2010)