Tabellino della partita

08/04/1973 - Lecce, stadio Via del Mare
28° giornata del Campionato di Serie C 1972/1973
Lecce 2Messina 1
Trevisan
Tornese
Vellani
Materazzi
Mamilovich
Di Somma
Carella
Fortunato
Ferrari
Giagnoni
Fiaschi
Nastasi
Lo Bosco
D'Agostino
Soldo
Metallo
Cioncolini
Ferrara
Aragoncelli
Zimolo
Pittofrati
De Maria
All.: CorradiAll.: Zanotti Emilio
Eventi:
24' Ammonizione De Maria
34' Gol Di Somma
40' Gol Giagnoni
59' Sostituzione Di Giusto per De Maria
62' Ammonizione Di Somma
67' Gol Ferrara
Arbitro: Benedetti di Roma
Note:
Giornata di sole disturbata da un forte vento che ha favorito il Lecce nel primo tempo. Terreno in perfette condizioni. Spettatori 20.000 circa per un incasso di 25 milioni di Lire. Ammoniti De Maria (ME) per simulazione di fallo e Di Somma per gioco falloso. A 5' dal termine espulso il dirigente accompagnatore del Messina per proteste. Calci d'angolo 15 a 1 per il Lecce (p.t. 11 a 0). Sorteggio antidoping positivo per Vellani, Materazzi e Ferrari del Lecce e per Lo Bosco, Zimolo e Pittofrati del Messina. A disposizione in panchina per il Lecce il secondo portiere Ferretti e l'ala Mellina, per il Messinai il secondo portiere Briguglio.
Cronaca:
La Gazzetta del Mezzogiorno di lunedì 9 aprile 1973 così titola: "Di Somma e Giagnoni i goleador di turno ...e il LECCE prende altri due punti per la serie B". Un'imperdonabile leggerezza di Trevisan (che ama trattenersi spesso fuori dai pali) ha consentito al messinese Ferrara di accorciare le distanze al 22' della ripresa con un pallonetto da fuori area che non avrebbe preoccupato nessuno se il portiere del Lecce fosse stato al suo posto. Proprio di leggerezza si deve parlare, non potendo addebitare a Trevisan scarsa esperienza o altre deficienza di carattere tecnico. Anche domenica scorsa, contro l'Acireale, Trevisan ha rischiato di rovinare il risultato sull'unico tiro in porta operato dagli attaccanti siciliani. Trevisan in quella occasione fu bravissimo nel deviare in angolo, ma anche fortunato. Ora, anche se questo modo di fare di Trevisan viene evidentemente incoraggiiato dalla sua spesso lunga inoperosità tra i pali, non è possibile però consentire che spesso il lavoro di una intera squadra venga messo in discussione per i colpi di testa di un solo giocatore. Se nel primo tempo, con il forte vento alle spalle c'erano dei problemi di calibratura di tocco e di tiro, per cui molte occasioni andavano in fumo, nella ripresa invece la manovra diventava più chiara e piacevole, per cui spesso Carella, Ferrari e Fortunato operavano dei tiri che l'ottimo Nastasi neutralizzava con bella scelta di tempo, con senso della posizione e colpo d'occhio. Il Messina, insomma, deve molto a questo portierino se i gol subiti oggi sono stati soltanto due, scaturiti da due mischie e dopo lungo e logorante martellamento del Lecce, proiettato continuamente in avanti anche per il prezioso lavoro del terzino Vellani , migliore in campo in senso assoluto per tutto il primo tempo. Al 34' del primo tempo Di Somma si spingeva in avanti e serviva basso Giagnoni, solo a sinistra; centro della mezz'ala corretto di testa dallo stesso Di Somma in mischia e palla in rete al di sopra dello sblianciato Nastasi. Poco prima del 40' il Lecce usufruiva di tre calci d'angolo consecutivi , sull'ultimo dei quali si creava una mischia nei pressi di Nastasi. Giagnoni colpiva bene di testa mandando il pallone in rete a parabola, dopo una carambola con palo e traversa. Per tutto il primo tempo il Messina si era vista molto poco in attacco. Sperava con la sua cerniera difensiva a centrocampo di relaizzare un pareggio preziosissimo per le sue esigenze di classifica. Nella ripresa, col vento favorevole, e giacchè non c'era più niente da difendere (se si esclude la limitazione del passivo per il quoziente reti che potrebbe determinare la decisione finale in coda) qualche azione offensiva il Messina l'ha imbastita ed in una di queste è riuscito al 22' a limitare i danni della sconfitta. Ignorati dall'arbitro due fallacci al 22' e al 26' del primo tempo . Al 27' Carella porge a Fortunato , gran tiro della mezzala ed applaudito intervento di pugno di Nastasi con palla in angolo, Due occasioni mancate di poco da Carella al 30' e 36' intervallate dal gol di Di Somma al 34'. Due interventi di Nastasi al 37' su tiri di Materazzi e Ferrari. Un minuto dopo il salvataggio sulla linea di D'Agostino su tiro di Carella. Quindi il gol di Giagnoni. Altre occasioni fallite di poco nella ripresa e quindi il gol di Ferrara al 22' che smorza l'entusiasmo dei tifosi i quali cominciano a temere il peggio quando assistono allo show del portiere messinese su tiri di Materazzi (27'), Ferrari (29') ed ancora sulla punizione-bomba ddel centravanti leccese (34'). Al 38', infatti, D'Agostino avanza fino al limite dell'area e serve al centro Pittofrati, tutto solo, la mezz'ala inciampa sul pallonee non riesce a sfruttare la favorevole occasione. E su questa azione si chiude praticamente l'incontro. Il Pungolo Sportivo dell'11 aprile 1973 così commentava a firma di Tommaso Corallo: "Il Lecce è giocatore di classe, tocca i suoi pezzi sulla scacchiera con arte e disinvoltura, mentre il Messina tentenna, ricorre alla sorpresa (vedi svarione di Trevisan e paura del guaio finale) e cerca di trarre il maggiore vantaggio possibile. Non aveva, per caso, dichiarato Zanotti (allenatore del Messina), vecchia conoscenza della folla leccese, che i suoi ragazzi avrebbero compiuto il capolavoro di inchiodare il Lecce sul primo pareggio interno? Di questo il Lecce se ne era preoccupato davvero? (...) Il Lecce, amici, è squadra di carattere. Ti imposta il gioca in maniera da attrarre il suo avversario nelle proprie spire, te lo trastulla, facendogli vedere (e sperare) qualche barlume di buoni propositi, per poi trafiggerlo come un involtino allo spiedo". Dalla rubrica IN POCHE RIGHE: "Sono ben venti giornate che il Lecce non conosce l'onta della sconfitta eppure noi siamo ancora e sempre incontentabili. Potessero avere tale ruolino di marcia i nostri avversari. Nossignore, per forza di cose, dobbiamo assolutamente trovare a ridire, per quell'innato senso di critica che mai ci abbandonerà, perchè (forse) lo abbiamo nel sangue. (...) Lo sappiamo, noi vorremmo oltre al successo, anche il gusto di applaudire a scena aperta, di andare in brodo di giuggiole, per tutto quello che i nostri giocatori dovrebbero dimostrare sul terreno di gioco. E siccome (talune volte) per arrivare a tanto non teniamo nemmeno conto degli avversari, ecco che alla fine il palato non si sente a suo agio e le smorfie, i se ed i ma subito fanno capolino. Ed i dubbi riguardano or questo or quello; le sentenze vengono dispensate con tanta generosità.