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Tabellino della partita
28/04/1974 - Chieti, stadio Santa Filomena - "Marrucino" 31° giornata del Campionato di Serie C 1973/1974 | |
Chieti 0 | Lecce 0 |
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Cantagallo De Pedri Mircoli Fellet Grezzani Fossa Sena Zanotti Ciceri Anelli Berardi | Bertonelli Lorusso Vellani Materazzi Tancredi Monaldi Carella Zoff Ferrari Pantani Fiaschi |
All.: Zavatti Leo | All.: Losi |
Eventi: 65' Giagnoni per Carella De Pedri Fiaschi Fiaschi | |
Arbitro: Vannucchi di Bologna | |
Note: Tempo buono con sole. Terreno erboso in ottime condizioni. Spettatori 5.000 circa (paganti 4.635) per un incasso di 12 milioni e 500mila Lire. Ammoniti Fiaschi e De Pedri per reciproche scorrettezze e lo stesso Fiaschi per proteste (con conseguente espulsione). Controllo antidoping per Grezzani, Anelli e Berardi del Chieti e per Monaldi, Carella e Pantani del Lecce. Angoli 10 a 4 (p.t. 4 a 4) per il Chieti. Per il Lecce a disposizione in panchina il secondo portiere Trevisan e il difensore Tornese; per il Chieti il secondo portiere Rulli, il terzino Della Bianca e il mediano Scichilone. | |
Cronaca: La Gazzetta del Mezzogiorno di lunedì 29 aprile 1974 così titola: "Un LECCE col cuore d'oro merita 2 punti, ne prene uno". L'inviato Gianni Spinelli così commenta: Un Lecce dalle tasche sfondate e col cuore d'oro. per l'intero primo tempo ha addirittura rischiato un capitale per assicurarsi la rendita sicura dei due punti. Ma quando si è trattato di dover puntare i piedi e di pretendere dalla partita gli alti interessi per le notevoli somme (di energia, di determinazione e di carattere) spese, si è invece accontentato dello sconto del 50% e di un pareggio che ha tutto il sapore di un cattivo affare. In altre parole, l'enorme sciupio del Lecce non ha fruttato quello che doveva[....] tuttavia ,e questo conta moltissimo, non ha nulla da rimproverarsi sotto il profilo dell'impegno e della dedizione. Lungi dal badare al risparmio ha gettato nella gara tutto quanto aveva, giocandola fino all'ultimo azzardo. A parte i suoi errori, anzi i suoi...pentimenti al momento del gol, diciamolo francamente, non è stato baciato dalla fortuna. E in tutte le imprese, si sa, ci vuole anche quella. Per tre volte nel primo tempo ha avuto sul piede giusto la palla-gol. Per tre volte, però, ha sempre clamorosamente tirato indietro il piede. Il Lecce è subito partito "sparato" con la rabbia e la decisione di chi ha già stabilito di bruciare tutte le polveri e di osare tutto. La grande galoppata cominciava con un bolide di Fiaschi al 7' che costringeva il vecchio Cantagallo al suo primo prodigio della partita. Poi soltanto due minuti dopo erano le inarrestabili serpentine di Carella a seminare il panico nelle frastornate retrovie abruzzesi. Ma la vera sarabanda leccese, i vari momenti-gol scattavano dal 18' al 36'. Prima, appunto al 18', era un grosso svarione difensivo del Chieti a favorire l'ondata leccese. Il libero Fellet, pressato, appoggiava scioccamente all'indietro per il proprio portiere. Il guizzo felino di Pantani precedeva tutti, ma il lungo interno, sul disperato accorrere di Cantagallo, sbaglia di un soffio la mira e la sua bomba sibilava a lato. Al 25' il Lecce sbagliava la seconda palla-partita. Uno stretto e rapido triangolo tra Ferrari e Fiaschi, in veloce combinazione, porgeva all'ala l'occasione d'oro per il vantaggio, ma il grande tiro ravvicinato di Fiaschi fruttava solo un angolo. Al 36', infine, il tris dei gol gettati in quella maniera era perfetto. Altro scambio scioccante Ferrari-Fiaschi, altra palla-brivido per l'ala e secondo prodigio di Cantagallo, il portiere si avventava a valanga, Fiaschi gli sparava tremendo addosso, e tutto finiva in fumo. Peccato, perchè il Lecce fino a quel momento aveva largamente disposto del Chieti, al punto da non permettergli in tutta la prima parte della gara che una sola evasione: proprio in chiusura di tempo, al 44', quando una sfortunata svirgolata di Lorusso aveva favorito la bordata di controbalzo dello sparafucile Ciceri, finito fuori per poco. Un Lecce che era stato pressocchè impeccabile ed irreprensibile nel suo comportamento tattico, tecnico ed agonistico: con tre uomini schierati di punta (Carella, Ferrari e Pantani) che gettavano lo scompiglio nella terza linea del Chieti ad ogni avanzata; con in centrocampo un asse di ferro (Zoff-Materazzi) che sgobbavano da matti, collaborati assiduamente dalla libertà e dall'appoggio del terzino Vellani; e con una retroguardia che non si permetteva un solo complimento e nella quale facevano spicco la grintosa applicazione di Tancredi (il pericolo Ciceri era vistosamente ridimensionato), la bella sicurezza di Monaldi, la determinazione di Lorusso e l'attenta prontezza di Bertonelli. Nella ripresa, come era d'altronde prevedibile, ad un certo calo (più psicologico che atletico) del Lecce, faceva riscontro un volenteroso ritorno del Chieti che al 17' arrivava ad impensierire seriamente il sistema difensivo leccese. Per riparare il guasto di questo rallentamento Losi gettava nella mischia l'ardore focoso di Giagnoni (al posto di Carella) e la spinta leccese trovava subito nuovo e sostanzioso vigore, sia pure con la variante tattica di un tema più rivolto al contropiede che alla manovra offensiva in massa. Al 34' con un tiraccio violento il "rosso" Giagnoni faceva il solletico all'incrocio dei pali. Al 36' Fiaschi con un dribbling stretto e impetuoso si liberava in piena area di Grezzani e Fellet (mandandoli a gambe levate) e quindi stangava a rete con un potente diagonale basso, Cantagallo (fortunatissimo!) deviava come poteva con un pugno, ma la palla, superandolo, si avviava verso la rete incustodita . Però, proprio sulla linea fatale Mircoli salvava miracolosamente precedendo ed evitando per un nonnulla l'irrompere e il tocco-gol di Giagnoni. Su questo ultimo lampo pirotecnico si spegnevano sfortunatamente i velleitarismi di vittoria del Lecce e, per colpo di sventura (come spesso accade nel calcio) era proprio il Chieti a sfiorare in piena zona-Cesarini, al 43', il colpaccio del successo a sorpresa con una bastonata in corsa di Berardi che Bertonelli, in gran volo, era bravissimo a sviare in angolo con la punta delle dita. |